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Conservativa ed endodonzia

conservativa 3 1024x685L'odontoiatria conservativa è quella branca dell'Odontoiatria che si occupa principalmente della cura della carie dentale e della prevenzione della patologia cariosa.

La sua finalità, come il nome stesso suggerisce, è quella di mantenere (conservare) in bocca i denti colpiti dalla carie, fratture o altre patologia erosive, eliminando dapprima il tessuto cariato per poi ripristinare forma, funzione e, grazie alle moderne tecniche, anche l'estetica originale degli elementi dentari.

A seconda dell'estensione della carie si opterà per effettuare o meno un anestesia, dopo di che una volta eliminato il tessuto cariato si procederà alla ricostruzione del dente per mezzo di un materiale di colore bianco simile al dente ( composito) atto a garantire un sigillo ermetico con il restante tessuto dentale al fine di essere il più possibile duraturo nel tempo.

conservativa 4 1024x685L’endodonzia è la scienza medica, nell’ambito dell’Odontoiatria, che ha per oggetto i tessuti interni del dente, le patologie e i trattamenti correlati.

Quando questi tessuti o i tessuti che circondano la radice dentale si ammalano o danneggiano a causa di carie o traumi, il trattamento endodontico permette di salvare il dente.

Volendone dare una definizione più pratica, si può affermare che l'Endodonzia sia quella branca dell'Odontoiatria che consente di mantenere in bocca dei denti che altrimenti sarebbero condannati all'estrazione. Il sintomo meglio conosciuto dal paziente è il dolore acuto che si può irradiare fino alla tempia.

Il motivo per cui questo avviene è legato alla compressione delle terminazioni nervose sulla parete interna del dente per effetto del gonfiore della polpa.

conservativa 6Questo fenomeno acuto viene chiamato pulpite. In questo caso l’intervento di urgenza per eliminare il dolore è la rimozione della polpa (pulpotomia); non tutti i casi però sono simili, talune volte un dente può “morire” senza aver dato segni tangibili; in questo caso la lesione infiammatoria si estende all'apice del dente e può dar vita ad un granuloma che può o meno maturare in un ascesso. Anche in questo caso si deve ricorrere alla terapia endodontica.

Il trattamento endodontico consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale) infiammata e infetta, presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, e nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.

Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro.

La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima.

conservativa 7La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive).

Durante il trattamento endodontico il dolore è sotto controllo grazie all’anestesia locale.

Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno fastidioso, può essere presente dopo la terapia, ma è facilmente controllabile con un comune analgesico.

Raramente, in radici particolarmente infette, può svilupparsi un ascesso con dolore e gonfiore a causa del passaggio di batteri nell’osso che circonda le radici.

L’insorgenza di queste complicanze non pregiudica necessariamente il successo del trattamento in corso.